L’EVENTO È TRA I PRIMI MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA, CHE COINVOLGE PERSONE, STAKEHOLDER E CONSUMATORI, SOTTO UN OMBRELLO MULTI TARGET. CREA INTERAZIONI, RELAZIONI ED ESPERIENZE CHE SIMBOLEGGIANO E TRACCIANO L’EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE AL FINE DI COINVOLGERE FISICAMENTE IL CONSUMATORE E AGEVOLARE IL DIALOGO.
Siamo già nel 776 avanti Cristo quando ha inizio un percorso che tratteggia il primo evento attraverso immagini latenti che celebrano il passato e ci proiettano nel futuro di oggi. L’evoluzione continua e nell’epoca romana nasce la prima forma di coinvolgimento del popolo, che trova nelle olimpiadi il fascino della prima e più forte interazione tra gli spettatori e il palcoscenico in azione. Successivamente, nel Medioevo ha inizio la continua nascita di modelli che rimandano sempre alla struttura dell’evento. Il cammino diventa sempre più diversificato, evolvendosi nel periodo rinascimentale attraverso la nascita delle grandi feste, alla Reggia di Versailles in onore del Re Sole.
E potremmo ipotizzare che è proprio in questa occasione che inizia a sbocciare il primo “event manager” della storia. Ad oggi, possiamo affermare che per secoli gli eventi siano stati quasi esclusivamente emanazione delle istituzioni, con lo scopo di costruire un’identità orientata a creare appartenenza e consenso autocelebrativo di potere. In altre parole, gli eventi erano progettati per coinvolgere i popoli con lo scopo di conseguire il controllo sociale. La storia, così come tutte le cose che sono intorno a noi, sancisce il cambiamento inevitabile che ci accompagna nel viaggio della vita. La metamorfosi dell’evento avviene poi con la Rivoluzione Industriale e la diffusione dei mass media. E’ infatti proprio in quell’epoca che si assiste ai primi “eventi mediatici” e alle prime conferenze stampa.
Nel 1851 durante l’Esposizione Universale di Londra, l’evento si trasformò in un contenitore dedicato ai consumi, dando vita a un filone che muterà poi con il passare del tempo arrivando fino ai giorni nostri. Quello a cui assistiamo è infatti un grande cambiamento. Il passaggio che avviene è attraverso il controllo sociale per arrivare a quella che sarà l’esibizione del progresso scientifico e tecnologico, emblema del trionfo della civiltà industriale. Lo scopo è quello di dimostrare la supremazia tecnologica e culturale della Gran Bretagna sulle altre nazioni e di educare le masse alla pratica del consumo. Alla fine degli anni 70, Philip Kotler annoverava le 4P del marketing mix a cui viene affidato, il compito di “educare” i consumatori all’uso di un determinato prodotto con lo scopo di trasferire il valore reale di una marca. Il tempo muta, il cambiamento si evolve e la società dei consumi prende forma e si avvia verso una nuova fase.
Nella metà degli anni ‘70 si va verso una nuova cultura dando, un nuovo impulso al marketing che diventa relazionale, e improntato a creare relazioni, fidelizzazioni con il consumatore basate sulla persuasione. Il modo in cui oggi le aziende, con tutta la loro storia legata al brand, comunicano in maniera diretta è il contatto vivo e reale dell’evento dedicato. Questa connessione da sempre “in presenza” è stata la linfa che ha dato vita alla tradizione. Dopo la crisi pandemica ci si è ritrovati a dover riscrivere praticamente la storia di quello che eravamo stati fino a quel momento. L’evento fisico ha lasciato molto velocemente il posto a quello digitale con un cambio di rotta che però ha portato inaspettati e notevoli benefici su diversi piani, primo fra tutti quello della velocità nell’organizzazione. Il nuovo volto online, e in parte ibrido, della comunicazione tramite evento ha delineato un assetto che segue regole completamente diverse.
METTETEVI COMODI: ALL’EVENTO, CI PENSA FRI.
La virtualizzazione di quello che prima era per tutti uno spazio fisico dedicato, è diventata la norma. La liquidità della fruizione, la sua regola. Non esistono più limiti alla capienza reale dei partecipanti in qualunque luogo si decida di strutturare l’evento stesso.
Le tipologie sono tante e tutte diverse. Quello a cui ci siamo abituati è la possibilità di interagire molto velocemente attraverso piattaforme che ci permettono di collegarci in base al tema trattato. I formati variano dal meeting online, passando per il webinar fino all’evento in streaming che può durare anche diversi giorni. La grandezza di questo nuovo modo di concepire la comunicazione su grandi linee vede la virtualizzazione come un’opportunità unica per suscitare maggiore interesse nei partecipanti. Espressione più verosimile e qualitativamente alta del nuovo palinsesto della comunicazione globale è ad esempio la Virtual Fair all’interno della quale si vanno raggruppando tutte quelle che sono le tipologie di collegamento di cui disponiamo, dalla tavola rotonda in VR fino alle chat interattive e al meeting online.
Quello a cui assistiamo è sicuramente una grande percentuale di azzeramento dei normali contatti fisici durante la condivisione di un evento dedicato. Quello che cambia, in contrapposizione a questa mancanza, è un aumento e un successivo potenziamento della parte interattiva, che non sarà più lasciata al caso libero, ma verrà gestita secondo piano strutturale declinato per l’ambiente virtuale. Nulla sarà posizionato a caso. Quello che appare come un punto molto importante è sicuramente l’organizzazione “live” di quanto deve avvenire. La scelta delle tecnologie abilitanti più idonee e delle piattaforme attraverso cui creare la connessione giusta, sono solo alcuni dei punti su cui bisogna fare leva per fare in modo che l’esecuzione finale non lasci spazio a tempi di non interazione.
Per poter gestire e portare a termine un digital event che sia di successo va sempre posto grande riguardo alla tipologia del format. I contenuti poi sono l’aspetto più importante per fare in modo che i partecipanti sentano che l’evento è stato costruito espressamente intorno a loro e per loro. Questa è la forza dell’evento virtuale, e questo è quello che i brand devono iniziare a concepire come la base della nuova comunicazione. Un evento digital per ottenere una massima partecipazione a livello ritmico e qualitativo deve improntare un piano di comunicazione di marketing digitale che sia idoneo sia per il target di riferimento che per il raggiungimento dell’obiettivo. Esiste poi un’attività che si occupa espressamente degli iscritti all’evento virtuale e che li accompagna con la giusta informazione nei tempi d’attesa stabiliti.