Come era facilmente immaginabile l’Intelligenza Artificiale è stato uno dei temi di cui si è maggiormente dibattuto anche nel corso dell’ultimo Festival Internazionale della Creatività Leoni di Cannes.
L’impatto dell’AI, in particolare nell’industria creativa, è senza dubbio destinato a essere trasformativo ma, finora, il principale contributo sembra essere centrato sull’efficienza e sul risparmio di tempo.
I rappresentanti delle Big Tech presenti all’evento hanno sottolineato come i vari tool di intelligenza artificiale possano lavorare in tandem con i creativi, sollevandoli dai compiti più banali e monotoni per far in modo che possano concentrarsi sugli aspetti del lavoro che richiedono maggior inventiva, liberando tempo, spazio ed energia preziosi.

Per utilizzare una metafora automobilistica, sono le persone a rimanere alla guida potendo, però, contare sull’AI come su un eccezionale copilota. Stando ai dati diffusi dagli organizzatori dei Cannes Lions si evince che in questa edizione l’AI è stata utilizzata nel 12% delle iscrizioni quindi, quantomeno per il 2024, la creatività umana la fa ancora da padrona.
Guardando in prospettiva, però, i partecipanti intervenuti in alcuni dei panel di discussione hanno provato a immaginare degli scenari possibili. Tra questi c’è l’ipotesi che l’AI potrebbe portare alla nascita di una sorta di ‘curation economy’, come è stata definita; un’economia che vedrà gli esseri umani, non più tanto in veste di autori, quanto piuttosto nel ‘nuovo’ ruolo di curatori e ‘tastemaker’, ossia creatori del gusto e delle tendenze.

Al di là di previsioni e suggestioni, tutti concordano con l’idea già circolante in quest’ambito e, cioè, che quello tra esseri umani e tecnologia è un rapporto di collaborazione reciproca in cui ognuno è chiamato a puntare sui propri punti di forza e a utilizzarli nel processo creativo.
E dove forse l’AI, con la sua capacità di sorprenderci e ispirarci, potrebbe persino sbloccare forme completamente nuove di creatività.