In un futuro imprevedibile, dove i prodotti saranno sempre più usa e getta, per avere successo è necessario creare un modello in grado di rispondere rapidamente alle mutevoli dinamiche del mercato, alle aspettative dei clienti.
Le agenzie che vogliono innovarsi devono mettere in piedi skill-driven organizations e passare dal focus sui ruoli al focus sulle competenze.
Solo un anno fa Gartner sottolineava come le organizzazioni siano oggi fortemente dipendenti dalle competenze delle persone che ne fanno parte. La varietà delle skill richieste, infatti, non è mai stata così ampia e altrettanto elevata la velocità alla quale cambiano, tanto da parlare di una vera e propria skill economy. Alle persone viene chiesto di possedere un ampio spettro di conoscenze, abilità, competenze, un’eccellente predisposizione verso le nuove tecnologie, ma non solo: anche e soprattutto adattabilità e attitudine all’apprendimento veloce.
L’attenzione crescente alle competenze, pone il talento al cuore della business strategy. Le agenzie più visionarie e anticipatrici si stanno attivando per mettere in piedi la giusta skill-driven organization, passando, appunto, dal focus sui ruoli al focus sulle competenze. Apprendimento e business sono, pertanto, due lati della stessa medaglia e per questo è importante costruire organizzazioni agili, snelle e veloci; o meglio: learning organization. Un ecosistema formativo centralizzato, che consenta ai dipendenti di condividere liberamente nuove idee e conoscenze, rappresenta un metodo formale per espandere le conoscenze informali, collaborando alla soluzione di problemi/obiettivi comuni. L’organizzazione è il principale promotore di questo processo libero ed esperienziale, che garantisce benefici concreti per lo sviluppo professionale individuale. La FRI è da sempre stata pioniera nella formazione aperta a tutti. Nel 2000 nasce, infatti, FRI Academy, un laboratorio di sperimentazione, ricerca e creatività. Il nostro obiettivo è quello di creare nuove forme di comunicazione e linguaggi. Uno spazio dove talento e passione possano incontrarsi per dar vita a nuove idee in un mondo sempre più globale.
David Kirk, ex capitano degli All Blacks, ricorda di avere collegato la loro continua ascesa al cosiddetto “divine discontent” – un atteggiamento di apprendimento e crescita del team, che non è mai appagato dai risultati passati, ma che è sempre alla ricerca di una nuova sfida.
“Le migliori squadre con cui ho giocato erano sempre alla ricerca del più piccolo miglioramento possibile. Durante i Mondiali del 1987, la squadra ha giocato e si è allenata con una chiara analogia in mente: trovarsi su una scala. Ogni partita o sessione di allenamento rappresentavano un passo avanti e, allo stesso tempo, la preparazione per il passo successivo”.
Focalizzandosi continuamente sul miglioramento, gli All Blacks hanno costruito una cultura vincente che incoraggia ancora oggi l’apprendimento continuo, anziché il compiacimento.
Nelle moderne organizzazioni, la carriera professionale dei dipendenti non è più il prodotto finale di un percorso formativo, ma è al contrario, la stessa formazione dei lavoratori. La rapida evoluzione della tecnologia, del resto, può far sì che una competenza professionale diventi obsoleta nel giro di pochi anni. È quindi essenziale promuovere e garantire delle opportunità di formazione continua.
Oggi, in un mercato in rapida evoluzione, le persone hanno bisogno di solide opportunità per colmare i gap di competenze, che vadano oltre le tradizionali modalità di sviluppo e distribuzione dei contenuti. Quello che richiedono sono soluzioni all’avanguardia e molto più flessibili, attraverso cui sviluppare il proprio percorso professionale. Si cerca, così, un’opportunità concreta di formazione autonoma, per sfruttare le modalità più adatte alle specifiche esigenze. Dopotutto, i dipendenti sono più coinvolti se possono raggiungere autonomamente i propri obiettivi. Per questo, all’interno delle agenzie, i team devono analizzare e valutare i modelli mentali (ipotesi profondamente radicate, generalizzazioni o immagini di scenari che influenzano il nostro modo di agire) attraverso l’auto-riflessione, per superare le divergenze di opinione che ostacolano il progresso.
Solo attraverso questo approccio possono comprendere il proprio ruolo e contribuire al successo del team. I creativi devono poter sperimentare nuove teorie e approcci per spingersi al di là di quelli che sono i comportamenti individuali. E se c’è da sperimentare il nuovo, basta solo capire come funziona la partita.
Per FRI ogni progetto è una sfida. E questa è una finale che non possiamo perdere!