Diabete Gestazionale

Diabete gestazionale: il ruolo del microbiota

Il diabete mellito gestazionale (gdm) è un problema di salute pubblica in costante aumento che colpisce circa il 5-20% delle gravidanze. Tale patologia, in italia, complica 40 mila gravidanze l’anno. I fattori di rischio includono l’aumento dell’età materna, l’obesità, l’anamnesi familiare di diabete e l’anamnesi di parto di neonati grandi.

Le conseguenze del GDM comprendono un’ampia gamma di complicanze ostetriche e metaboliche sia per la madre, (ad esempio, pre-eclampsia, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari) sia per il neonato (principalmente macrosomia e ipoglicemia).

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Molte complicanze sono prevenibili se il GDM viene individuato e gestito in modo appropriato e se viene raggiunto un buon controllo glicemico attraverso l’alimentazione, l’esercizio fisico e la somministrazione di insulina, se necessario, insieme a un maggiore monitoraggio durante il travaglio e il parto.

Tuttavia, una diagnosi più precoce potrebbe consentire una riduzione dei rischi a breve e lungo termine associati al GDM.

Da qui, perciò l’importanza di poter trovare dei fattori predittivi che permettano di stimare il rischio di GDM già durante il primo trimestre di gravidanza.

E’ datato 2023 un nuovo articolo, uscito sulla prestigiosa rivista British Medical Journal, in cui gli autori hanno trovato importanti marcatori capaci di predire il rischio di GDM già all’inizio  della gravidanza. Un ruolo fondamentale sembra essere svolto dal microbiota, con l’interleuchina-6 come potenziale responsabile della patogenesi.

Studi precedenti avevano già mostrato differenze nella composizione del microbioma in gravidanze sane, rispetto a quelle complicate da GDM.

Questo studio è andato più in dettaglio, arruolando 394 donne e facendo un’analisi sistematica. Il microbioma intestinale, il metaboloma e i marcatori infiammatori sono stati profilati durante il primo trimestre di gravidanza. Nelle donne che in seguito hanno sviluppato GDM sono stati trovati livelli elevati di citochine pro-infiammatorie, una diminuzione degli acidi grassi a catena corta nelle feci e un microbioma alterato.

Lo studio dimostra in sintesi che il GDM inizia già nel primo trimestre di gravidanza con alterazioni a carico del microbioma. La patologia è indotta da una maggiore infiammazione iniziata dalla disbiosi microbica.

I risultati di tale studio possono aiutare a impostare le nuove politiche sanitarie poiché Il riconoscimento delle donne a rischio di GDM in una fase precoce della gravidanza, con un’adeguata stratificazione del rischio, consentirebbe di sviluppare raccomandazioni specifiche per la prevenzione della malattia attraverso la modifica dello stile di vita e, in futuro, con una specifica integrazione pre/pro/postbiotica.

Se riuscissimo a prevenire  il GDM, si otterrebbe una notevole riduzione degli esiti avversi di tale patologia, per la madre e la prole, sia a breve che a lungo termine.

Per chi fosse interessato a leggere lo studio completo:

Pinto Y, et al. Gestational diabetes is driven by microbiota-induced inflammation months before diagnosis Gut 2023;72:918–928. doi:10.1136/gutjnl-2022-328406