Telemedicina

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CONVERSAZIONI CREATIVE DI CARMELO CAMMARDELLA

Pubblicazione MAGGIO 2023 | FRI COMMUNICATION

TELEMEDICINA:

COME IL DIGITAL STA CAMBIANDO IL MONDO DELLA SANITA’

 

Dal 2020 al 2022, abbiamo assistito ad un vertiginoso aumento dello sviluppo della telemedicina a tutti i livelli istituzionali e a un’enorme quantità di linee guida che cercavano di stabilire un quadro preciso per la corretta attuazione di questo tipo di assistenza sanitaria a distanza. E’ datato 2022 il primo decreto ministeriale che finalmente definisce, con forza di legge, le linee guida per il servizio di telemedicina nel nostro paese: “Approvazione delle linee guida per i servizi di telemedicina – Requisiti funzionali e livelli di servizio”.

Firmato dal Ministro della Salute e dal Ministro della innovazione tecnologica, viene pubblicato in gazzetta ufficiale il 2 novembre 2022. Riprende i contenuti delle precedenti linee guida definite tramite accordi stato regioni definendo nel dettaglio come deve essere organizzata una prestazione di telemedicina. Vengono descritti i servizi minimi che ogni regione deve erogare: televisita, teleconsulto, telemonitoraggio e teleassistenza.

L’eleggibilità del paziente a tale tipo di visita è a giudizio insindacabile del medico che deve valutare 4 parametri chiave: lo stato clinico, la tecnologia di cui dispone il paziente, la cultura e il livello di autonomia (se ha a disposizione, per esempio, un caregiver).

Per erogare tale tipo di servizio si ha necessità di individuare un centro erogatore, composto da medici e operatori sanitari, e un centro di servizi che si faccia carico di tutti gli aspetti tecnologici, quali la gestione del server e l’eventuale servizio di help desk a disposizione del paziente. Il decreto si inserisce all’interno del punto 6 del PNRR che ha come missione il potenziamento di tutta la sanità domiciliare, ricorrendo anche alla telemedicina.

Dal lato loro le aziende farmaceutiche, in collaborazione con le associazioni pazienti, hanno all’attivo diversi progetti per il telemonitoraggio dei pazienti. C’è per esempio un progetto, in collaborazione con la SIN (Società Italiana di Neurologia) e l’associazione pazienti sclerosi multipla, che ha l’obiettivo di definire un modello di gestione del paziente con sclerosi multipla (SM) in un ecosistema digitale, analizzando l’applicabilità di percorsi di telemedicina e di e-Health.

Il progetto si propone di contribuire a migliorare la qualità di vita delle persone affette da questa malattia neurologica, riducendo al contempo i costi socio-sanitari ed emotivi della patologia, di integrare il domicilio nei luoghi di cura, regolando così il carico di accessi nelle strutture ospedaliere e sperimentando nuovi modelli clinici di telemedicina e “connected care”.

Un altro progetto riguarda il monitoraggio dei pazienti con scompenso cardiaco, che in Italia sono oltre 1 milione e che, se ospedalizzati, hanno un grosso impatto a livello di costi sul SSN. Rimanendo sempre in ambito cardiologico, inoltre, al congresso ESC22, conclusosi da poco, sono stati presentati 4 diversi studi in cui l’intelligenza artificiale (AI) è utilizzata per il monitoraggio e la prevenzione primaria in ambito cardiovascolare. In particolare, uno di questi studi ha evidenziato che lo screening con comuni smartphone ha aumentato significativamente il tasso di rilevamento di fibrillazione atriale in pazienti anziani. I risultati sono da poco apparsi sulla prestigiosa rivista Nature medicine.

Il 2023 sembra quindi essere l’anno della svolta digitale per la concreta costruzione di una sanità, più digitale, personalizzata e sostenibile, rivedendo anche i processi a livello regionale per implementare la medicina territoriale. L’imperativo è però gestire al meglio il cambiamento, come dichiara il Prof. Mariano Corso, responsabile Scientifico Osservatorio Sanità Digitale Politecnico di Milano: “Occorre innanzitutto accompagnare il cambiamento, agendo non soltanto su tecnologia e infrastrutture, ma contemporaneamente su competenze e revisione dei processi e dei modelli organizzativi. Progettare sistemi usabili, interoperabili e sicuri “by design”, anticipando anche le esigenze di tutela della privacy e di valorizzazione dei dati.

Accompagnare in altri termini un cambiamento che non deve essere solo tecnologico e normativo, ma anche di comportamenti, cultura e modelli di cura. Il rischio altrimenti è non soltanto quello di perdere un’occasione irripetibile di modernizzazione la Sanità, ma di gravare il Paese di sovrastrutture disallineate dai veri bisogni che generano costi e finiscono con l’allontanare il cittadino dal Sistema Sanitario.”

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Innovazione Digitale

Innovazione Digitale

CONVERSAZIONI CREATIVE DI CARMELO CAMMARDELLA

Pubblicazione MAGGIO 2023 | FRI COMMUNICATION

L’INNOVAZIONE DIGITALE IN FISIOTERAPIA

Realtà immersiva come nuovo strumento di riabilitazione

 

La realtà immersiva unisce la vita reale e il mondo digitale. Lo fa creando un paesaggio digitale o “tela” attorno all’utente, in cui i contenuti digitali possono interagire con l’ambiente fisico del paziente. Con la realtà immersiva, invece di ripetere senza pensare un esercizio, gli stessi movimenti possono essere eseguiti all’interno di un ambiente virtuale in cui il paziente è coinvolto in un’esperienza immersiva e di gamification.

Dopotutto, preferiresti alzarti e abbassarti dieci volte o catturare un Pokémon in cima all’armadio?
Le tecnologie a realtà immersiva hanno vantaggi significativi: forniscono nuove esperienze ai pazienti durante le sessioni di fisioterapia, aumentando il coinvolgimento e migliorando i risultati fisici; possono creare interessanti opportunità per fornire fisioterapia a basso costo a casa e inoltre il fisioterapista può valutare i risultati del paziente attraverso l’analisi dei dati raccolti durante la seduta.

Un importante aspetto di queste nuove modalità riabilitative è l’interazione diretta e continua tra il paziente e l’operatore sanitario, che aumenta la compliance al trattamento.

Gli studi hanno dimostrato che la riabilitazione virtuale a distanza migliora la motivazione del paziente, migliorando l’aderenza alla terapia. Tuttavia, l’età e il contesto sociale sembrano influenzare molto l’adattabilità alla tecnologia: per i pazienti anziani, è difficile avvicinarsi a questo sistema, mentre i giovani sono più predisposti.

Si deve perciò ancora lavorare per superare barriere e problemi sul campo poiché i pazienti anziani rappresentano una parte consistente dei pazienti ortopedici. La sfida principale è migliorare queste tecnologie affinché siano accessibili e adatte a questa fascia di popolazione.

La loro tecnologia dovrebbe essere mirata e l’esperienza dovrebbe essere semplificata per coinvolgere il paziente. Si potrebbe per esempio utilizzare l’apprendimento automatico, adattando gli esercizi alle esigenze e alle capacità del paziente. Inoltre, un’interfaccia intuitiva potrebbe facilitarne l’uso.

Dal punto di vista dell’impatto economico, la realtà immersiva riduce tempi e costi di ricovero dei pazienti e aumenta il numero di utenti che possono essere curati contemporaneamente. La diminuzione dei costi è correlata alla riduzione di trasporti, ricoveri e riammissioni.

Questo sistema inoltre è vantaggioso non solo per chi vive lontano dai centri di riabilitazione ma anche per le persone con gravi disabilità, in quanto non devono più necessariamente spostarsi. La possibilità di fornire cure di alta qualità a costi ridotti è necessaria data la crescente domanda di riabilitazione ortopedica e l’aumento dei costi ad essa correlati.

In un recente articolo, apparso su New grad physical therapy, il fisioterapista, co-fondatore di Covalent Creative, Brett Kesterbaum commenta così la crescente avanzata della realtà immersiva nel campo della riabilitazione: “I pazienti sperimenteranno un nuovo ambiente, nuovi modi di lavorare e nuovi esercizi terapeutici. Con un sistema totalmente immersivo verranno stimolati in modi del tutto differenti da una tipica sessione di terapia. Saranno in grado letteralmente di vedere se stessi aumentando il coinvolgimento nel trattamento riabilitativo per via di un approccio più divertente. La realtà immersiva non è solo divertente, ma continuerà ad essere uno dei principali focus di ricerca nel mondo della riabilitazione. Man mano che la tecnologia e le sue applicazioni miglioreranno, l’adozione di queste nuove tecniche diventerà sempre più diffusa e i maggiori beneficiari saranno proprio i pazienti”.

Non c’è dubbio quindi che la tecnologia della realtà immersiva sarà uno dei principali attori nel futuro della pratica della riabilitazione e della terapia fisica e stimolerà ulteriori innovazioni. Analytics Insight prevede che il mercato della realtà immersiva e virtuale nel settore sanitario crescerà fino a 11,6 miliardi di dollari entro il 2028.

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La Resistenza Antimicrobica

La Resistenza Antimicrobica

Pubblicazione MAGGIO 2023 | FRI COMMUNICATION

LA RESISTENZA ANTIMICROBICA (AMR):

L’EMERGENZA GLOBALE DEI BATTERI SEMPRE PIU’ INSENSIBILI AI FARMACI

Una recente ricerca, commissionata dal governo britannico, ha sostenuto che l’ AMR potrebbe uccidere 10 milioni di persone all’anno entro il 20501,2.“Si tratta di una vera e propria pandemia, la prossima che dovremo affrontare”, ha affermato il prof. Giuliano Rizzardini, Direttore del Dipartimento di Malattie Infettive, ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano in una recente intervista.

E così l’AMR è vista come una temibile minaccia che, senza alcun intervento per arginarla, arriverà ad uccidere più persone del cancro. Ogni anno solo in Italia muoiono quasi 11.000 persone per colpa di infezioni dovute a germi multi-resistenti e questo dà la dimensione del problema e del suo impatto non solo in termini di decessi, ma anche a livello economico e di sanità pubblica.

Purtroppo, attualmente la pipeline di nuovi antimicrobici è molto ristretta. Nel 2019 l’OMS ha identificato 32 antibiotici in fase di sviluppo clinico, di cui solo 6 sono stati classificati come innovativi. C’è un’urgente necessità di nuovi antibatterici, ad esempio per trattare le infezioni batteriche Gram-negative resistenti ai carbapenemi. Tuttavia, se non si cambia il modo in cui gli antibiotici vengono utilizzati oggi, questi nuovi farmaci subiranno lo stesso destino di quelli attuali e diventeranno inefficaci.

E se l’EMA fa appello alle big Pharma con un tweet: “Esortiamo le aziende a concentrarsi maggiormente sulla ricerca e lo sviluppo di antimicrobici”, quali sono le altre strategie efficaci da adottare per arginare il problema? Un recente articolo uscito sulla prestigiosa rivista “The Lancet” ha identificato 5 possibili aree di intervento che potrebbero contribuire a contrastare il fenomeno3.

Riteniamo che sia giusto sensibilizzare il più alto numero di persone sull’argomento e perciò le riassumiamo brevemente augurandoci che ognuno di noi possa contribuire. Contrariamente a quanto spesso si pensa, infatti, i germi multi-resistenti non sono più limitati al solo ambito ospedaliero o ai paesi sviluppati, ma sono una realtà che si sta diffondendo a livello mondiale: in ospedale, nelle RSA ma anche sul territorio, al domicilio dei pazienti, ma anche nel mondo della zootecnia. Di seguito le aree di intervento.

1) I principi della prevenzione e del controllo delle infezioni rimangono una base per la prevenzione delle infezioni. Questi includono sia i programmi di prevenzione e controllo delle infezioni a livello ospedaliero, sia i programmi a livello di comunità, incentrati su acqua e servizi igienici.
Supportare questi programmi è fondamentale per arginare il problema.

2) La prevenzione delle infezioni attraverso le vaccinazioni è fondamentale per ridurre la necessità di antibiotici.

3) Riduzione all’esposizione agli antibiotici non correlati al trattamento delle malattie umane. L’aumento dell’uso di antibiotici negli allevamenti è stato identificato come un potenziale contributo alla resistenza antimicrobica nell’uomo, anche se il nesso causale diretto rimane controverso.

4) Ridurre al minimo l’uso di antibiotici quando non sono necessari per migliorare la salute umana, come nel caso del trattamento delle infezioni virali.

5) Investire nello sviluppo di nuovi antibiotici. Negli ultimi decenni, gli investimenti sono stati esigui rispetto a quelli in altre questioni di salute pubblica con un impatto simile o inferiore. Data l’importanza globale della resistenza antimicrobica, è urgente valutare meglio quali politiche hanno funzionato e dove.

Alla luce di queste considerazioni è facile quindi comprendere come l’AMR sia un problema globale, da affrontare con una visione complessiva e approcci integrati, in modo deciso e senza abbandonarsi alla rassegnazione di considerare il problema insuperabile. Ognuno di noi può fare la differenza.

Redazione: reparto Medical Fri Communications

Referenze

1) O’Neill J. “Tackling drug-resistant infections globally: final report
and recommendations” – 2016 – London: Review on Antimicrobial
Resistance,
2) O’Neill J. “Antimicrobial resistance: tackling a crisis for the health and wealth of nations” – 2014 – London: Review on Antimicrobial Resistance,
3) Antimicrobial Resistance Collaborators “Global burden of bacterial antimicrobial resistance in 2019: a systematic analysis” – 2022 – Lancet Feb 12;399(10325):629-655. doi: 10.1016/S0140-6736(21)02724-0.

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Nuove Sfide per la cura dei tumori

Nuove Sfide per la cura dei tumori

NUOVE SFIDE PER LA CURA DEI TUMORI

Pubblicazione FEBBRAIO 2023 | FRI COMMUNICATION

NEL 2018 JAMES P. ALLISON E TASUKU HONJO SI AGGIUDICANO IL NOBEL PER LA MEDICINA PER I LORO STUDI SUI CHECKPOINT INHIBITORS, ALLA BASE DELLA INNOVATIVA IMMUNOTERAPIA TUMORALE, SEMPRE PIÙ UTILIZZATA PER FRENARE L’AVANZATA DEL CANCRO ANCHE NEL NOSTRO PAESE. IN ITALIA, I TUMORI CONTINUANO A FARE PAURA: NEL 2022, SONO STATE STIMATE 390.700 NUOVE DIAGNOSI DI CANCRO (NEL 2020 ERANO 376.600), 205.000 NEGLI UOMINI E 185.700 NELLE DONNE.

In due anni, l’incremento è stato di 14.100 casi. Estendendo la visione a tutta Europa, ogni anno viene posta una diagnosi di cancro a 2.7 milioni di persone e 1.3 milioni di residenti in UE muoiono per tumore; oltre 6000 di essi sono bambini, adolescenti e giovani adulti. Non deve, infine, essere dimenticato che il cancro determina un’enorme pressione, anche economica, sui sistemi sanitari che diventa sempre più rilevante con l’aumentare dell’aspettativa di vita.

Un nuovo programma d’investimento per migliorare le conoscenze delle malattie oncologiche è necessario al fine di promuovere nuove progettualità e, auspicabilmente, nuovi approcci rilevanti per la nostra capacità di prevenire, diagnosticare e trattare queste malattie. A questo scopo, l’Europa invita a un rafforzamento della collaborazione fra gli Stati Membri per consolidare il loro sostegno nella ricerca, finalizzato a ottenere un salto in avanti nell’oncologia moderna e aggredire in modo efficace il crescente peso imposto dalla patologia oncologica.

Anche grazie a questa rete ogni anno vengono approvati nuovi farmaci per le cure oncologiche: nel 2021 sono stati autorizzati a livello europeo 79 nuovi medicinali e di questi il 36% riguarda antineoplastici e immunomodulatori destinati al trattamento di malattie autoimmuni e di alcuni tipi di tumori solidi (quali il tumore del polmone, della mammella e dell’utero) e del sangue (quali il mieloma, il linfoma e la leucemia).

La spesa pubblica però non sembra arrestarsi: 19,3 miliari di euro è il costo annuale dei tumori in Italia. In otto anni (2014-2021), nel nostro Paese, la spesa per i farmaci oncologici è passata da 2,3 a 4 miliardi di euro, con un incremento del 73%. A fronte di una costante crescita delle uscite per la cura del cancro, migliora sempre più la sopravvivenza a un quinquennio, attestandosi al 65% nelle donne e al 59% negli uomini (rispetto al 63% e al 54% della rilevazione precedente aggiornata al 2015).

Il direttore della Divisione Nuovi Farmaci dello IEO, Professore Giuseppe Curigliano, sottolinea inoltre la necessità che i tempi di accesso alle nuove terapie siano abbreviati. Infatti, il tempo che trascorre fra il deposito del dossier di autorizzazione e valutazione presso l’EMA e l’effettiva disponibilità di un nuovo farmaco è di circa due anni e questo lungo processo può penalizzare fortemente i malati. Per fare un esempio, due farmaci per l’innovativa terapia Car-T (Kymriah (Novartis) e Yescarta (Gilead)) con tassi di guarigione del 40%, sono stati autorizzati nei mesi scorsi dall’EMA, ma tutt’ora fermi al comitato prezzi e rimborso di Aifa.

La sfida futura è arrivare a una prevenzione personalizzata di ogni persona sulla base dei rischi genetici e, quindi, non modificabili solo con gli stili di vita. Solo uno sviluppo di organizzazione, terapia e prevenzione personalizzata potrà offrire benefici tali da mantenere la sostenibilità del sistema sanitario, guarendo un numero sempre maggiore di pazienti. “L’oncologia di precisione oggi include armi efficaci come le terapie mirate e l’immunoncologia che consentono di allungare la sopravvivenza anche nella malattia metastatica, in alcuni casi cronicizzandola – conclude il prof. Curigliano -. Nell’oncologia di precisione rientrano anche i test genomici, che permettono di limitare il ricorso alla chemioterapia dopo l’intervento chirurgico nelle donne con tumore del seno in stadio precoce. Risale a luglio 2021 la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto attuativo ministeriale, che ha sbloccato i 20 milioni di euro del Fondo dedicato all’applicazione gratuita di queste analisi molecolari, che però non sono ancora utilizzate in modo uniforme sul territorio.”

Proprio per affrontare queste sfide nel 2002 il Ministero della Salute ha fondato la ACC, Rete oncologica nazionale la cui missione è portare l’innovazione tecnologica e organizzativa dalla ricerca di base alla pratica clinica, elevando e uniformando il livello di assistenza, cura e riabilitazione dei pazienti oncologici su tutto il territorio nazionale. La ACC ha un ruolo strategico nelle aree di governance, finanziaria, logistica e di sostenibilità nel progetto UNCAN, finanziato da Horizon Europe.

Ruggero De Maria, presidente di ACC, commenta così l’importanza del progetto: “Un’iniziativa scientifica di straordinaria importanza volta a chiarire i meccanismi alla base dello sviluppo del cancro e a migliorare le prospettive di cura. Rinnovo il nostro totale impegno ribadendo la crucialità delle attività che assieme ai partners svolgeremo nei quindici mesi di UNCAN”.

Le informazioni raccolte nell’ambito di UNCAN saranno utilizzate da diversi stakeholders in Europa, e nel mondo, per affrontare al meglio le diverse sfide, scientifiche e mediche, urgenti e critiche in tema di prevenzione del cancro, diagnosi precoce, trattamento e sopravvivenza in uomini, donne e bambini. Questo sforzo condotto in ambito europeo fornirà le basi per poter salvare milioni di vite e migliorare la qualità di vita dei sopravvissuti al cancro, con evidente beneficio anche per coloro che se ne prendono cura.

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Il sogno di FRI Communication

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Il sogno di FRI Communication: innovazione della comunicazione

Pubblicazione NOVEMBRE 2022 | FRI COMMUNICATION

IL SOGNO LIBERO DI
FRI COMMUNICATION

COME SI PUÒ CONTINUARE A INNOVARE IN UN SETTORE COME QUELLO DELLA COMUNICAZIONE PUBBLICITARIA, CHE DAGLI AFFICHES MURALI DEGLI ANNI ’20 È APPRODATO ALLA REALTÀ AUMENTATA DI UN SECOLO DOPO, CHE DALLA CARTA STAMPATA È ARRIVATO AI SOCIAL NETWORK?

 

Scopri l‘intervista del fondatore Carmelo Cammardella nel numero Media Key di Ottobre

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FRI Communication

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FRI Communication Group: un sogno diventato realtà

Pubblicazione LUGLIO 2022 | FRI COMMUNICATION

FRI COMMUNICATION:
UN SOGNO CHE DIVENTA REALTà

SI È SVOLTO IL 13 LUGLIO PRESSO L’HOTEL HILTON METROPOLE DI FIRENZE, L’EVENTO CHE HA SEGNATO E CELEBRATO IL NUOVO TRAGUARDO DEI QUARANT’ANNI DELLA FRI COMMUNICATION GROUP, “UN SOGNO DIVENTATO REALTÀ”.

 

Quarant’anni di esperienza da portare come esempio di modello creativo per lungimiranza e prospettive. Molti i clienti rappresentanti dei progetti portati avanti e realizzati con successo. Carmelo Cammardella, CEO e Founder di FRI, ha raccontato, anche attraverso le esperienze dirette dei partecipanti, quelle che sono state le emozionanti tappe che hanno caratterizzato questo tempo lungo di azione creativa dell’agenzia. Una cronistoria partita da una passione forte e personale per tutto ciò che era immagine e comunicazione fino ad arrivare alla creazione di un board che contempla diversi target d’azione, dall’esperienza diretta fino ai creativi di nuova generazione.

FRI Communication si pone infatti oggi come realtà rappresentante di un’evoluzione netta del processo comunicativo, e come faro che illumina e continua a guardare al settore dell’informazione pubblicitaria andando oltre la dimensione in costante evoluzione. Quello che l’evento ha voluto sottolineare è stata proprio la capacità di sperimentare, vivendo il nuovo che costantemente avanza e che ha accompagnato tutto l’arco di evoluzione professionale dell’agenzia stessa. E se un sogno riesce a toccare la realtà della realizzazione allora è possibile spaziare dall’attività di costruzione creativa del messaggio fino alla partecipazione innovativa di nuovi tasselli strutturali. E FRI conosce come attraversare i nuovi orizzonti dell’advertising.

Questa realtà di creativi ha da sempre cercato di ottimizzare il rapporto con il tempo attraverso l’evoluzione continua di un mood che integra una pratica costante incentrata sulle modalità di espressione e il confronto continuo con la società che cambia. Avere la possibilità di far conoscere a sempre nuovi target di clienti, quello che è ormai un modello di lavoro “appurato” e consolidato nell’arco di quarant’anni, dimostra la linearità delle intenzioni dell’agenzia stessa.

L’advertising sta conoscendo i palinsesti della nuova comunicazione con salti continui temporali. Le agenzie pubblicitarie che realmente hanno capito la potenza dei nuovi mezzi messi a disposizione dalle tecnologie che guardano al futuro, faranno una reale differenza nel campo.

La serata è stata anche un modo per far comprendere a quanti hanno partecipato, tra brand e creativi l’importanza che ha la voglia di evolversi in un campo così vasto come quello della comunicazione. FRI sa bene che questo è un trampolino verso nuove possibilità di approccio al mercato. Mercato che viene però continuamente influenzato da modelli veloci e sempre diversi che costringono brand e agenzie stesse a fare il punto della situazione in maniera costante. Ricrearsi per creare questo è lo slancio emotivo che caratterizza l’agenzia capitanata da Cammardella, in un’attualità che vive di contaminazioni e passaggi veloci del testimone. E questi quarant’anni sono una certezza per quanti cercano la qualità.

Molti sono attualmente i fenomeni della comunicazione ma sono davvero pochi quelli che finiscono sulla strada che porta ad un’evoluzione e ad una crescita costante del mercato.

FRI Communication vive respirando il futuro e sono ancora molti gli step che aspettano questa agenzia che non smette mai di imparare e di insegnare la passione per il proprio lavoro.

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